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Un capitalismo…da riformare

Dunque, GlaxoSmithKline (GSK), la più grande azienda farmaceutica del mondo, era effettivamente colpevole di aver messo in opera un gigantesco sistema di mazzette ai medici cinesi per assicurarsi prescrizioni a valanga per i suoi prodotti e prezzi esagerati, con un sistema ben oliato di corruzione che ruotava intorno a un’agenzia di viaggio, la Shanghai Linjiang International Travel Agency. Il presidente delle operazioni internazionali di GSK, Abbas Hussain, ha dichiarato che “a quanto pare, il management basato in Cina ha agito al di fuori dei nostri processi e dei nostri controlli, cosa che viola le leggi cinesi”, e si è scusato. Agenzie di stampa riferiscono anche che Roche, Sanofi, Novartis e Merck, il gotha delle aziende farmaceutiche mondiali, hanno bruscamente interrotto le relazioni con la stessa agenzia di viaggio, senza spiegazioni. Probabilmente, anche nel loro caso il management locale aveva violato “i processi interni”. Si intravede, dietro le vetrine dell’agenzia, la sagoma di qualche importante figura dell’establishment cinese.
Non molto tempo fa GSK aveva pagato una multa milionaria negli Stati Uniti per violazione delle regole per la commercializzazione dei farmaci ai bambini – anche in quel caso riconoscendo la colpa. Ma spesso, quando vengono trovate con le mani della marmellata, queste grandi aziende multinazionali pagano, ma senza ammissione di colpa. I campioni di questo gioco sono le grandi banche cross-border, che hanno manipolato i mercati e derubato i risparmiatori, poi hanno pagato multe stratosferiche, spesso senza ammissione di colpa.
Intanto, constatiamo che in genere le grandi società multinazionali non pagano neanche le tasse nei paesi nei quali sono presenti: si vedano i casi recenti di Google, Apple e Amazon. Il G-20 ha deciso di occuparsene.
Forse il capitalismo globalizzato dovrebbe guardarsi un po’ allo specchio e chiedersi se si può continuare così.

Fonte: InPiu' del 23 luglio 2013

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