In attesa delle prossime (purtroppo imprevedibili) mosse di Trump, vediamo qualche punto di una possibile agenda dei governi europei. Primo, mettere sul piatto della bilancia dei prossimi negoziati un rapido avvicinamento delle spese per la Difesa verso il 2% del Pil minimo per i singoli paesi Ue: un obiettivo da calibrare nel quadro della Nato a fronte dell’impegno a concordare una programmazione congiunta di un graduale disimpegno statunitense dalle basi militari Usa in Europa.
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Gli articoli dei nostri soci pubblicati sui giornali italiani
Se solo per la Difesa il debito è cattivo
Attenzione, si cambia: il debito è diventato un problema. Spendere indebitandosi non sembra piacere più a nessuno, almeno non per la Difesa. "Ci sono rischi che vanno considerati" ha spiegato la premier.
La difesa europea è necessaria, ma la fretta è un errore
Riarmarsi ora, a gran velocità, significa solo acquistare sistemi d'armamento dagli Usa. Invece bisogna avviare processi che rendano l'Ue veramente indipendente.
Perché crescono le disuguaglianze
L’impatto del MAGA (Make America Great Again) sulla cultura politica del mondo in cui viviamo si farà sentire a lungo, al di là della retorica sull’”alba dell’età dell’oro” proclamata da Trump nel suo logorroico discorso sullo stato dell’Unione del 4 marzo.
I segnali da Conti e crescita
I dati pubblicati ieri dall’Istat contengono conferme e sorprese. Le conferme riguardano la nostra crescita economica, che resta bassa. Le sorprese riguardano i nostri conti pubblici, che vanno meglio del previsto.
Diventerà Europa quando sarà “Potenza Nucleare”
di Bruno Costi Se davvero Trump porterà fino alle estreme conseguenze il suo voltafaccia verso l’alleato militare europeo, prima o poi anche Giorgia Meloni dovrà porsi per l’Italia lo stesso problema che il neo cancelliere tedesco Merz sta affrontando fin ...
Se i dazi penalizzano chi li impone
L’arma dei dazi, che Trump ha sfoderato appellandosi ai pieni poteri che la legge federale del1977 IEEPA (International Emergency Economic Powers Act) conferisce al presidente in presenza di un’emergenza per la sicurezza nazionale , potrà forse essere in parte la classica pistola che Trump poggia sul tavolo finalizzata ad estorcere condizioni ancora più vantaggiose per i manufatti che gli Usa scelgono di importare dai paesi fornitori a basso costo, a cominciare dalla Cina, ma anche dall’Europa (D.Taino, Corsera 10.02).
L’Ue farà a meno dell’America? Sì, e va bene così
Uno dei portati dell'uragano Trump è che per l'Europa si apre la prospettiva di una maggiore autonomia economica e politica a cominciare dai capitoli della difesa e del disarmo
Trump e il capitalismo clientelare
L’11 gennaio, Stefano Cingolani ha scritto: “Non solo Musk. Anche Zuckerberg e Bezos si inginocchiano a Trump. Il nuovo corso del capitalismo americano. L’andazzo di questi ultimi tempi conduce dritti dritti al crony capitalism, il capitalismo clientelare.
Il paradosso dei dazi americani Un boomerang per gli Usa
Dobbiamo aver paura delle minacce di Donald Trurnp di mettere dazi su tutti i paesi? Certamente sarebbe un danno per tutti, ma alla fine i più penalizzati potrebbero essere proprio gli Usa, i quali finirebbero per fare la stessa fine che ha fatto la Gran Bretagna dopola Brexit, che paga un prezzo esorbitante per la sua pretesa di riconquistare una mal compresa autonomia nazionale.