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I risparmi? Sul conto corrente. Si indebita una famiglia su quattro

I risparmi? Sul conto corrente.Si indebita una famiglia su quattro.
Il numero si è un po’ ridotto ma gli italiani nonostante la crisi continuano a risparmiare: lo scorso anno erano due su tre a mettere da parte qualcosa. Quest’ anno resiste uno su tre mentre è al 26% la percentuale di chi deve ricorrere a prestiti per sbarcare il lunario. Sono alcuni dei risultati dell’ annuale ricerca sul comportamento economico delle famiglie italiane condotta dalla Ipsos in vista della Giornata mondiale del risparmio che si celebra oggi, sotto la regia dell’ Acri, l’ associazione tra le fondazioni di origine bancarie presieduta da Giuseppe Guzzetti. Il quale ieri ha firmato coi presidenti dell’ Abi, Giuseppe Mussari e di PattiChiari, Filippo Cavazzuti un accordo per promuovere e divulgare nelle scuole e sui territori programmi di educazione finanziaria. L’ indagine Ipsos conferma dunque la propensione al risparmio delle famiglie italiane, che di fronte alla crisi diminuisce di intensità ma resiste. Abituate ormai a convivere con la crisi, le famiglie hanno ridimensionato aspettative e spese ma restano preoccupate soprattutto per l’ occupazione: 3 su 4 degli intervistati citano il problema spontaneamente anche se solo 1 su 4 di loro, ma si tratta sempre del 23%, è stato colpito direttamente dalla perdita del posto o dalla decurtazione dello stipendio. E si tratta nel maggior numero di casi di contratti a tempo indeterminato. Sugli investimenti la situazione non è molto cambiata rispetto allo scorso anno. Gli italiani ammettono di aver ridotto i consumi per la crisi e dicono di preferire la disponibilità di soldi liquidi. Se devono impiegare i risparmi però il mattone resta l’ investimento ideale. Poca propensione al rischio dunque anche se fra i pochi che scelgono l’ investimento finanziario prevalgono gli strumenti meno sicuri. Ma l’ indagine Ipsos-Acri dice anche altro. Rivela che se avessero solo per un giorno in mano il timone della politica economica, se potessero decidere la scaletta degli interventi, la metà degli italiani non partirebbe dalla riduzione delle tasse, come sarebbe prevedibile, bensì dalla lotta all’ evasione fiscale. Posti di fronte alla necessità di tagliare la spesa pubblica poi inizierebbero dalla difesa e comunque in maggioranza, vecchi e giovani, non toccherebbe il bilancio della sanità seguito da quello della scuola, ricerca e Università.

Fonte: Corriere della Sera del 28 ottobre 2010

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