• sabato , 27 Luglio 2024

Draghi in banca d’Italia si anticipa l’austerity

Tagliati gli stipendi dal 5 al 10 per cento. E la Consob…
L’ ultimo tassello sarebbe dovuto arrivare dal Consiglio dei ministri di giovedì scorso. Ma un ripensamento dell’ ultima ora ha rinviato la mossa finale della campagna della Banca d’ Italia contro i bonus d’ oro dei manager bancari. Ma si tratta solo di un rinvio perché le norme che consentono alla Vigilanza di via Nazionale di mettere un tetto alle retribuzioni degli amministratori del credito sono richieste da una direttiva europea già recepita dall’ Italia. Il Governatore Mario Draghi, ha iniziato tre anni fa a spingere sul tasto delle stock option o degli incentivi. Prima di mettere a punto, alla guida del Financial stability board , le severe regole a livello internazionale presentate e approvate dal G20, il gruppo che riunisce i Paesi più ricchi del mondo, emergenti e industrializzati. L’ Italia è stata un po’ la palestra della disciplina anche se il fenomeno dei superbonus , è decisamente più limitato rispetto a quanto è avvenuto e avviene, prima e dopo la crisi, in altri grandi Paesi. L’ obiettivo del giro di vite, in questo caso, non è tanto quello di tagliare le cifre altisonanti dei compensi, ma di slegare questi ultimi dalla redditività a più breve termine dell’ attività creditizia per non mettere in pericolo la stabilità dei conti aziendali. Così è stata richiesta, in grande sintesi, la netta separazione tra la componente fissa e quella variabile della retribuzione, per la quale sono stati definiti vincoli e paletti. Non ultimo quello che impone la restituzione del bonus ricevuto in caso di un imprevisto risultato negativo della banca. Ed è stato imposto alle banche, con particolare attenzione alle sei maggiori, la più ampia trasparenza delle politiche retributive con tanto di passaggio nell’ assemblea dei soci. Senza contare appunto l’ ultimo tassello che consentirà alla Vigilanza dell’ Istituto di via Nazionale di porre un tetto alla parte variabile dei compensi quando sia incompatibile con adeguati livelli di patrimonializzazione. E la richiesta che Draghi si appresta a fare al Cicr per includere espressamente le retribuzioni tra gli obblighi di informativa al pubblico, e non solo all’ assemblea dei soci. La trasparenza su stipendi e bonus è stata chiesta anche a tutte le società quotate, banche e no, dalla Consob che ha puntato il suo faro in particolare sulle liquidazioni. Chiedendo la comunicazione al mercato delle buonuscite d’ oro dei manager industriali e finanziari. Anche in questo caso l’ obiettivo della Commissione presieduta da Giuseppe Vegas non era e non è l’ intento censore ma il buon regolamento del mercato che solo la trasparenza, anche in materia di retribuzioni e liquidazioni, può assicurare. Diversa e concomitante è invece l’ aria di austerity entrata nelle due Autorità. Non solo per l’ autoriduzione del 10% dei compensi deciso da Draghi e dai componenti del Direttorio in Banca d’ Italia e da Vegas con i commissari in Consob. Ma anche per l’ estensione ai dipendenti di ambedue gli istituti del blocco delle retribuzioni confermate per la Pubblica amministrazione dal decreto Milleproroghe. Si tratta del congelamento per tre anni della contrattazione e del taglio degli stipendi più alti, in particolare del 5% di quelli superiori ai 90 mila euro lordi l’ anno e del 10% di quelle superiori ai 150 mila euro. È una questione di «solidarietà sociale» hanno spiegato Draghi prima e il direttore generale Fabrizio Saccomanni ai sindacati che protestavano. Anche perché non si sa, continuano a dire, la destinazione dei risparmi che risulteranno alla fine dell’ operazione austerity . E che non possono certo confluire nelle casse dello Stato come i tagli nella Pubblica amministrazione, perché lo vieta l’ autonomia delle banche centrali così come prevedono le regole della Bce. A meno di non volerne fare, per lo meno in parte, un altro contributo straordinario a favore dello Stato come quello di un milione di euro versato dalla Banca d’ Italia all’ Erario, come cadeau natalizio a fine dello scorso anno.

Fonte: Corriere della Sera del 9 maggio 2011

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