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Appello di Draghi:subito le regole per evitare le instabilità

Il Governatore Le autorità «devono agire più velocemente e con maggiore coerenza rispetto al passato» Bisogna agire più velocemente nell’ adottare le nuove regole sulla finanza per evitare il rischio di altre crisi. Il governatore della Banca d’ Italia, Mario Draghi nella sua veste di presidente del Financial Stability Board, con una lettera, ha sollecitato i leader dei venti Paesi più ricchi del mondo che si riuniscono oggi e domani nella capitale coreana a sostenere con decisioni concrete il lavoro fatto fin qui dal Fsb su mandato proprio del G20. Nelle lettera inviata ai capi di Stato e di governo, Draghi ha insomma chiesto una sorta di sigillo politico alle regole che dovranno poi essere materialmente attuate a livello nazionale. La «lezione» centrale di questa crisi, ha scritto il governatore, è che le autorità di supervisione e i regolatori «devono agire più velocemente e con maggiore coerenza rispetto al passato» per scongiurare l’ emergere di «nuove minacce per la stabilità». Ovvero nuove crisi. E’ un appello, a dire il vero già condiviso in partenza da alcuni leader, fra i quali lo stesso premier Silvio Berlusconi che prima di partire per Seul accompagnato dal ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti, ha esortato il G20 a prendere misure contro il rinascere della speculazione, soprattutto nel mercato delle materie prime. «Ritengo necessario definire e attuare regole migliori e una vigilanza più efficace sul funzionamento dei mercati finanziari e sul comportamento degli operatori, aumentare la trasparenza dei mercati e ridurre l’ uso eccessivo della leva finanziaria, sia in risposta alla crisi, sia per fondare la crescita economica globale su basi più solide» ha affermato Berlusconi nel memorandum inviato ai colleghi del G20. «Ci batteremo contro la speculazione», ha poi aggiunto. Il pacchetto delle riforme della finanza è comunque già nutrito ed è ancora Draghi – che ieri l’ agenzia britannica Reuters con un lungo servizio a lui dedicato ha rilanciato come candidato più autorevole alla sostituzione, tra un anno, di Jean-Claude Trichet alla presidenza della Bce – nelle sue comunicazioni ai leader politici a sintetizzarlo. Si parte dalla «pietra miliare» di Basilea3, con il rafforzamento dei requisiti di capitale per le banche, per proseguire con le regole necessarie ad evitare i rischi posti da quelle istituzioni (Systemically Important Financial Institutions o SIFI) che, «per la loro dimensione, per la loro presenza nei gangli più importanti del sistema finanziario mondiale, se in procinto di fallire verrebbero salvate a ogni costo». Impegnando soldi pubblici. Si tratta quindi di accrescere la capacità di tali Sifi ad assorbire perdite ingenti senza entrare in crisi conclamata, e di permettere ai governi di lasciarle fallire quando è necessario. Sarà inoltre affrontata la questione della centralizzazione degli scambi dei derivati. Ed infine sarà discussa la revisione del ruolo delle società di rating. Restando alle banche «too big to fail», l’ Fsb ieri ha smentito di aver trasmesso al G20 una lista di tali Sifi. Si tratta, hanno specificato fonti dell’ organismo internazionale, di vecchie formulazioni. In ogni caso, a quel che è dato di sapere, non ci sarebbero banche italiane fra le «troppo grandi» anche perché quelle transfrontaliere, come l’ Unicredit, sono già sottoposte in Europa alla supervisione coordinata di appositi collegi.

Fonte: Corriere della Sera 11 novembre 2010

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