• sabato , 27 Luglio 2024

Più soldi all’Eurocrazia?

Tema giustamente impopolare. L’ue no trova economisti e avvocati.Dovrebbe pargarli di più.Si può fare?
Ci sono poche cose più impopolari da dire in questi tempi di crisi, nel momento in cui entrano in vigore le misure di austerità e cresce il numero delle famiglie che fatica non solo ad arrivare alla fine del mese, ma anche alla metà del mese. Provate a sostenere che “servono più soldi per gli eurocrati” e vedete che effetto fa.
In realtà, servono più soldi per i burocrati europei. In modo selettivo, ma servono. Se si crede nell’integrazione europea che abbia una amministrazione propria che la gestisca sono necessari. E non perché si tratta di premiare ulteriormente una categoria che se la passa tutto meno che male e che è giusto affronti i sacrifici come tutti gli altri. Ma è una esigenza per salvare l’Europa. Se lo si intende fare.
Le istituzioni europee faticano a trovare giuristi, economici, esperti di alto livello, informatici con le strapalle. Li ingaggiano quando sono neolaureati, li formano. Poi perdono i migliori che migrano. Perché sono tutte categorie che, nel privato, guadagnano più soldi.
La direzione Ec-Fin è uno dei territori di caccia preferito delle grandi banche d’affari. Il servizio giuridico attrae gli studi legali planetaria, che lì trovano personale preparato, esperto di diritto comunitario, che comprano mettendo bei dollaroni per usarli contro il diritto comunitario.
Immaginiamo il caso dello scontro con la Microsoft. L’azienda di Gates può mettere in campo i più esperti e privi di scrupoli servizi legali americani. L’Europa deve fronteggiarli con il suo servizio legale. Vale anche per le sfide alla Monsanto, alla Universal che vuole monopolizzare la Musica, alla grandi multinazionali che pensano di poter violare la concorrenza. Oppure pensiamo ai trattai commerciali con le potenze. Chi tratta coi legali coreani?
A questo si aggiunge che i migliori se ne vanno. Soprattutto se sono inglesi, tedeschi, francesi. Soprattutto nel Regno Unito il reclutamento per l’Europa sta diventando un caso disperato. Non si trovano nemmeno buoni interpreti, perché visto che la lingua inglese è veicolare, il numero di persone che ne parla bene altre è ridotto e dunque si tratta di lavori molto richiesti.
“L’Italia non ha ancora questo problema”, ammette il ministro per gli Affari Europei,Enzo Moavero. Da noi gli stipendi sono ancora relativamente bassi. Ma gli altri?
La direzione Ec-Fin cerca 59 economisti di livello. Sono quelli che sorvegliano i bilanci e studiano il futuro della congiuntura. Ne ha trovati sei, sinora. Ventidue sembrano essere sul punto di arrivare. Gli altri sono nelle nebbie. Quelli buoni lavorano alla City, quelli medi in seconda linea nelle finanziarie. Tutto guadagnano comunque di più.
E’ un discorso che fa infuriare chi il lavoro non ce l’ha. Ma è una realtà dura. Se si vuole più Europa, e un’Europa che funzioni, bisogna investire di più e farlo in modo trasparente. Sarebbe anche opportuno ripensare il sistema salariale, magari con parametri più ordinari per i lavori ordinari e speciali per gli speciali. Comunque sia sarebbe opportuno, se ci si crede, investire nella qualità della nostra Europa, a maggior ragione ora che il mondo è globale e c’è più crisi. Serve a proteggersi, a trovare nuove energie.
Se mandiamo un avvocato anche solo decente contro La Microsoft le possibile di essere costretti per tutta la vita ad usare Windows resteranno straordinariamente elevate. Ci conviene?

Fonte: La Stampa del 28 marzo 2012

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