• mercoledì , 15 Maggio 2024

Dalle corsie proteste quasi mai a torto

“Caro Pirani, ma perché ce l’ ha con gli infermieri?”. Questo l’incipit della lettera, analoga ad altre simili, che il presidente dell’ organizzazione sindacale degli infermieri de La Spezia, Francesco Falli, mi ha inviato per criticare una mia rubrica (5/11/12 “Tenetevi il dolore, pochi i soldi per curarlo”) in cui denunciavo come le strutture ospedaliere installate per la cura del dolore fossero al lumicino in molti nosocomi perché ridotti senza infermieri o quasi, tranne qualche volontario mentre, per evitare scontri sindacali, si accettava il passaggio di un numero eccessivo di dipendenti dai reparti di degenza agli uffici, in base al cosiddetto “maggiore aggravio”, di cui nel solo Lazio hanno profittato circa 8000 lavoratori (secondo i dati del Tribunale Diritti del malato, che comunque andrebbero sottoposti a nuova verifica). Una osservazione che non negava affatto l’ impegno,i sacrifici, le remunerazioni insufficienti degli infermieri dediti all’ assistenza. E pur tuttavia la presidente della Federazione nazionale della categoria, Annalisa Silvestro, sul suo sito dichiarava di essere rimasta “perplessa e indignata” per le mie critiche… “dieci righe senza criterio che sembrano buttate là a rimarcare l’annosa avversione dell’articolista verso la professione infermieristica…”. Mi risparmio la citazione di altre ingiurie,soprattutto perché rivolte a un giornalista che ha dedicato decine di articoli alla difesa del servizio pubblico e del personale medico,infermieristico e parasanitario,la cui dedizione è esemplare, senza però sottacere sulle conseguenze negative che in ogni comparto il corporativismo sindacale porta con sé con danno per lavoratori e pazienti.Proprio per porre fine a una disfida priva di senso ho telefonato alla dottoressa Silvestro invitandola a prendere atto delle reali posizioni del nostro giornale in materia di sanità pubblicae offrendole uno spazio di risposta nella nostra rubrica. Con un approccio di stimabile pacatezza la presidente degli infermieri ha riconosciuto l’inutilità degli eccessi polemici quando “si tratta di far fronte alle difficoltà che sta vivendo il sistema sanitario e… molti infermieri operativi in Regioni con Piano di Rientro continuano ad andare a lavorare anche quando, da mesi non viene percepito lo stipendioei turni di lavoro sono davvero insostenibili a causa delle mancate sostituzioni. Non può esserci percorso diagnostico e terapeutico se mancano gli infermieri, non si dà realizzazione a iniziative di civiltà sanitaria (ospedale senza dolore), né si attivano l’ assistenza domiciliare e gli hospices se mancano gli infermieri”. Ed ecco un’ altra voce: “Caro dottor Pirani, sono Antonio Rizza, infermiere professionale… Vorrei ricordarle il lavoro che svolgono molti infermieri come il sottoscritto, non in un comodo ufficio, ma in situazioni pericolose come è capitato a me, calato in un burrone con una imbragatura dai vigili del fuoco per salvare una signora che era caduta in un dirupo di centinaia di metri, tutto questo ed altro alla modica cifra di circa 1400 euro al mese”. E, infine, la parola ad un medico. “Sono il dott. Alessandro Vergallo, Presidente della Sezione Regionale Aaroi-Emac che rappresenta solo in Lombardia oltre 1.300 medici anestesisti. I toni degli articoli contro Pirani risuonano come un diapason. Che vibra non già di contenuti, ma di lesa maestà. La lesa maestàè quella degli infermieriamministratori, non certo quella degli infermieri che tutti i giorni sono in corsia ad occuparsi dell’assistenza ai malati.E non certo quella dei medici che diventano sempre più operai di una sanità-fabbrica con tanti’dirigenti’ negli uffici. I contenuti mancanti sono quelli relativi ai dati (non alle chiacchiere) su quali siano le risorse sanitarie assunte per occuparsi di assistenza e poi via via incontrollatamente divenute ‘ risorse’ amministrative. Mai dati su queste figure mancano persino nelle relazioni annuali della Corte dei Conti, che non dettagliano quanti professionisti assunti per curare malati siano poi transitati dietro le scrivanie. “Per contro è su questo terreno che si misura una vera review della spesa per non tagliare ancora il servizio pubblico senza criteri di efficienza”.

Fonte: Repubblica del 19 novembre 2012

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