• sabato , 27 Luglio 2024

Accordo per guadagnare tempo che mina l’unione bancaria

L’intesa raggiunta tra la troika e il Governo cipriota è un bicchiere che può sembrare o mezzo pieno o mezzo vuoto. È naturale che tanto la troika quanto il governo (che deve difenderlo in Parlamento e farlo ratificare) pongano l’accento sugli aspetti positivi. Ce ne sono, però, di negativi sia per quanto attiene alla posizione di Cipro nell’unione monetaria sia per quanto concerne l’intera area dell’euro (e specialmente i Paesi in difficoltà).
Il meccanismo per evitare il collasso del sistema bancario e dell’economia cipriota è complesso. Non solamente, è possibile che non tutti gli ingranaggio funzionino (anche in caso di spedita ra-tifica parlamentare),ma – come sottolinea Moody’s – l’intesa serve principalmente a guadagnare tempo, evitare l’insolvenza nell’immediato e rendere possibile la messa in atto di drastiche politiche economiche e finanziarie da mantenere per diversi anni. Moody’s esprime scetticismo sulla tenacia e perseveranza dei ciprioti. Non mancano sirene che li invitano a voltare le spalle alla troika, a dichiarare l’insolvenza e a stringere legami con altri.Oltre alla Russia e all’Ucraina, la stessa Turchia si è mostrata disposta a concludere un accordo complessivo che comporti la riunificazione con la metà settentrionale dell’isola ed un’unione monetaria.Le immagini che la TV cipriota trasmette ogni sera dell’impoverimento della Grecia non contribuiscono né alla ratifica dell’intesa né alle politiche di medio e lungo termine. Se la piccola pedina cipriota salta dall’eurozona,le conseguenze potrebbero essere gravi per i Paesi ad alto debito e si rafforzerebbe l’ipotesi, già delineata su Avvenire,di un euro A ed un euro A: ora il primo ha pure un nome ‘guldenmark’.
Anche ove questo fosco scenario non si verificasse, la vicenda cipriota ha dato un colpo mortale alle prospettive dell’unione bancaria europea. Nella proposta i¬niziale della troika, veniva fatto a pezzi uno dei tre pi¬lastri dell’unione in costruzione – l’armonizzazione della garanzia sui depositi bancari sino ad un tetto contenuto ma adeguato – e non si prendeva neanche in considerazione il secondo – l’azione comune del sistema bancario europeo nei confronti di istituti in difficoltà temporanea.Nella versione della sera del 24 marzo, si salvaguardia la garanzia sui depositi sino a 100mila euro, ma non è chiaro cosa avverrà a quelli «congelati» e non c’è alcun cenno di azione comune. L’unione bancaria era stata concepita come uno sgabello a tre gambe. Ora ne ha una sola:le regole per la vigilanza comune. Malferma perché le specifiche sembrano cambiare ad ogni riunione.

Fonte: Avvenire del 26 marzo 2013

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