• martedì , 19 Marzo 2024

Fisco

LE IMPOSTE SUI PROFITTI NELLA EVOLUZIONE RECENTE (1990-2020) DELLE ECONOMIE SVILUPPATE

LE IMPOSTE SUI PROFITTI NELLA EVOLUZIONE RECENTE (1990-2020) DELLE ECONOMIE SVILUPPATE

Le imposte sui profitti (il prelievo commisurato agli utili delle imprese) sono state uno dei pilastri dei sistemi tributari per buona parte del XX secolo, insieme principalmente all’imposta personale progressiva sul reddito e alla imposta generale sulle vendite, con motivazioni condivise in pressoché tutte le democrazie economicamente sviluppate, non tanto per la quota di spesa pubblica finanziabile con tale tipo di prelievo, ma piuttosto per ragioni di efficienza (se sono serviti a intaccare “rendite” o a favorire investimenti per la crescita) e di equità (per la possibilità di evitare, attraverso apposite tecniche, che i percettori degli utili delle imprese non pagassero tributi o non li sopportassero in ragione progressiva, come gli altri contribuenti).

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Ascesa, declino e destino  della progressività tributaria

Ascesa, declino e destino  della progressività tributaria

Il fenomeno tributario più importante del XX secolo è, dapprima, la rapida ascesa e, poi, il lento  declino dell’imposta personale progressiva sul reddito complessivo (IPPRC), che – con intensità,  modalità e tempi molto diversi nei singoli paesi – ha acquisito e conserva tuttora un ruolo  predominante nel finanziamento del bilancio pubblico della maggior parte dei paesi capitalisti  avanzati.

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I costi ed i benefici dei regali per Natale e per la Befana

I costi ed i benefici dei regali per Natale e per la Befana

Quali saranno le spese di Natale ed Epifania 2017 in Italia e in Europa? Gli italiani sono terzi tra i top spender europei. Lo conferma la ricerca Deloitte Xstmas Spending giunta alla sua ventesima edizione. Anche quest’anno Deloitte ha effettuato un sondaggio tra oltre 8.000 consumatori di dieci Paesi – compresa l’Italia – per stimarne le spese natalizie.

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Cosa cambia per noi dopo la riforma fiscale negli Usa?

Cosa cambia per noi dopo la riforma fiscale negli Usa?

Esattamente venti anni fa, in una raccolta di saggi sulla “disoccupazione di fine secolo”, pubblicata dall’editore Bollati Boringhieri, un economista italiano non certo contiguo al centrodestra, e allora vicedirettore generale della Banca d’Italia, Pierluigi Ciocca, aveva, con preveggenza, messo il dito sull’aspetto chiave dell’economia mondiale del ventunesimo secolo: la Vecchia Europa (con una pressione fiscale sul 45%) del Pil è costretta a competere con Usa e Canada (la cui pressione fiscale è sul 30% del Pil) e con Paesi asiatici (la cui pressione fiscale non sfiora il 15% del Pil).

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