• martedì , 14 Maggio 2024

Siamo tutti ebrei greci

Esiste un ritorno ad una minaccia nazista in Europa, oppure si tratta di un timore artificialmente alimentato per dare corpo a pericoli inesistenti, tali da delineare una volta ancora profili minacciosi secondo vecchi schemi senza credibilità attuale? Certo, la risposta può pendere da una parte o dall’ altra, a seconda del senso storico attribuito a fatti e del collegamento tra questi e la crisi economica. Così, se si tende ad attribuire alla presenza di masse di emigranti dell’ Est una pressione incombente e minacciosa sul Welfare occidentale, è facile trarne conseguenze che implicano iniziative di difesa attiva, politiche di limitazione del benessere pubblico, una propaganda ostile all’ arrivo di nuove masse di emigranti. Possono sembrare ipotesi fuori tempo ma se si esaminano le implicazioni quotidiane della crisi economica si possono tracciare premesse non tranquillizzanti. Le sorti della Grecia, per proporre l’ esempio più vicino, non possono lasciarci indifferenti. Un gruppo di intellettuali europei, proprio in concomitanza con le elezioni greche che il 6 maggio hanno visto il successo parlamentare del partito Alba Dorata, si è grandemente allarmato e ha lanciato un appello su varie testate, incitando alla mobilitazione con lo slogan: “Siamo tutti ebrei greci”, contro le spinte razziste, antisemite, xenofobe che stanno emergendo in vari Paesi dell’ Unione. Alba Dorata con un emblema che richiama la svastica, il saluto hitleriano Mein Kampf come riferimento, la proclamata ideologia razzista e antisemita, il negazionismo, la verificata violenza contro gli immigrati, la sua lotta contro la libertà di stampa, è l’ erede non solo del partito nazista ma anche dei gruppi armati che dettero vita alla Grecia dei colonnelli. Si può ignorare tutto ciò, rimuovere il senso di una tendenza che non coinvolge solo l’ Ellade ma altri Stati che non appaiono alieni da un richiamo all’ ideologia nazista. Così quest’ anno per la prima volta in Lituania, il presidente della Repubblica ha sostenuto la marcia annuale delle Waffen SS, nonostante le forti critiche sollevate. In Austria il Partito delle Libertà Austriache -Fpo – apertamente nostalgico del Terzo Reich, è tra i favoriti nei sondaggi per le prossime elezioni parlamentari. Analoga l’ influenza del Movimento della Guardia Ungherese, discendente delle Croci Frecciate, responsabile degli eccidie pogrom contro ebrei e zingari durante la prima guerra mondiale. L’ assieme di episodi di aggressione di questo tipo che si ripetono nei Paesi balcanici e danubiani con una frequenza che sembrava negli anni scorsi fortemente affievolita sembra confermare il consolidarsi di un fermento ideologico, tendente ad addossare alla presenza islamica ed ebraica le cause della crisi economica. Di qui ad addebitare la responsabilità alle misure di austerità ai tagli sociali, all’ intervento delle banche internazionali, il passo è rapido. Tutto il discorso sull’ Europa (basta analizzare la prosa lepenista) neè investito sia nei suoi tentativi di ripresa sia nei piani socialdemocratici di rilancio. Nell’ assieme si è venuto consolidando un diritto di difesa europeo in chiave antislamica e antisemita, che legittima i partiti di estrema destra, la cui normalizzazioneè oggi facilitata dalla loro partecipazione ai governi di centro e di estrema destra, con slogan che non si differenziano dalla vecchia ideologia nazista. Una verifica sul grado della sua penetrazione la si è avuta a marzo e giugno 2011 in un test svolto nei locali di divertimento di Austria, Francia, Italia, Romania, Norvegia, e Serbia. Ebbene al 25% del campione è stato negato l’ accesso perché nero, arabo o Rom. A Varsavia si è proceduto in senso opposto: il Comune ha modificato i contratti con i luoghi di intrattenimento, includendo una clausola contro le discriminazioni e imponendo la chiusura dei locali in caso di violazioni.

Fonte: Repubblica del 4 giugno 2012

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