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“Servono proposte e sacrifici”

E’ stato fissato per giovedì mattina un confronto tra il governo e le parti sociali. A tema la crisi, e un confronto su iniziative “per la stabilità, la crescita e la coesione sociale”, argomento che dovrebbe essere discusso poi nel pomeriggio anche in un faccia a faccia tra l’opposizione, i sindacati e le imprese, in un tavolo a cui non parteciperà il governo. Il tutto è conseguenza dell’appello che le parti sociali avevano lanciato nei giorni scorsi in cui veniva chiesto con un urgenza un patto per la crescita.
Un appello che secondo Giuliano Cazzola, deputato Pdl, è sopravvalutato, perché «Sono state messe insieme tre parole ”patto, crescita e stabilità” ma senza una sola proposta concreta – ha spiegato in esclusiva a ilsussidiario.net – il che non è credibile, come ha sottolineato anche la Uil. In questo momento tutti elogiano le parti sociali ma la realtà è che non si sa nulla di quello che sono disposte a fare. Che senso ha parlare di patto di stabilità se non sono in grado di mettere insieme una sola proposta concreta?».
Il Ministro del Lavoro e del Welfare, Maurizio Sacconi si è detto pronto al confronto e a ragionare su un’agenda in cinque punti, convinto che una comune assunzione di responsabilità possa accelerare i cambiamenti e confidando nel fatto che il tavolo di giovedì faciliterà il percorso futuro.
«Sacconi fa il suo mestiere di Ministro del Lavoro e fa bene ad essere disponibile – continua Cazzola – non può certo ignorare questa presa di posizione da parte di tutte le parti sociali. Certo da qua a dire che loro sono pronti a sanare il paese mentre la politica fa schifo, ce ne corre…Non dico che sarà un incontr inutile, il governo fa bene a confrontarsi, ma deve essere ben chiaro che ci sono dei sacrifici da fare: Non si possono ridurre le tasse, non si possono utilizzare soldi pubblici per favorire la crescita. In vista dell’incontro di giovedì ci si dovrebbe aspettare. Insomma il governo deve essere chiaro spiegando che il futuro è il modello Amato, non Ciampi», quindi una politica “lacrime e sangue”.
Nel frattempo il Partito Democratico chiede che Berlusconi riferisca in aula, lamentando il fatto che proprio la latitanza del governo e del presidente del consiglio sono la causa principale della situazione che si è venuta a creare. E un incontro che coinvolga anche l’opposizione è definitivamente sfumato, le parti incontreranno infatti la minoranza nel pomeriggio. Un fatto inevitabile secondo Cazzola: «Non mi sembra che ci sia molto spazio di dialogo con un’opposizione la cui prima richiesta è la caduta del governo».

Fonte: Sussidiario.net del 1 agosto 2011

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