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La destra che avanza

C’è stato un buon dibattito sulla destra che avanza, tenuto al Festival del Giornalismo di Perugia proprio il giorno delle elezioni finlandesi. Ecco qualche nota e appunto. Ricominciamo..
L’affermarsi della globalizzazione ha ampliato i divari. Fra ricchi e poveri, fra buoni e cattivi, fra i popoli e la loro politica.
Ha posto nuove sfide che hanno i requisiti per diventare minacce.
E’ aumentata la concorrenza fra le economie e fra i popoli
E’ diminuita la sicurezza, economica (la mia generazione poteva ritenere di trovare un posto e sperare in una pensione, quella di mio figlio no) e personale.
Sono cresciute le opportunità e con loro i rischi.
Si è accelerata la velocità dei fenomeni e le aspettative per la loro realizzazione.
Si è diffuso fra i meno fortunati un senso di grande insicurezza e paura.
La politica non è cambiata altrettanto rapidamente.Ancora oggi risponde alle nuove sfide con vecchie soluzioni.
L’assenza di risposte concrete ha fatto saltare gli schemi. I partiti tradizionali vivono una chiara crisi di identità in cui trovano terreno fertile le ideologie estreme che offrono soluzioni solo in apparenza semplici, ma credibili per molti, nelle condizioni in cui viviamo.
Un esempio? In Olanda il governo sta in piedi solo grazie all’appoggio del partito xenofobo e antislamico di Geert Wilder che, secondo i canoni tradizionali ha però un programma sociale che potremmo definire di sinistra. Aumento delle pensioni, sicurezza del lavoro, investimenti sul Welfare.
Raffaele Simone collega tutto questo alla cultura della modernità,” il mostro mite”. Dice che la cultura del liberismo non ha una valenza solo economica, ma ha anche profondamente culturale. Che implica consumare, divertirsi e restare giovani. Il capitalismo manipola le vite degli individui creando nuovi bisogni e nuove dipendenze. “E’ la cultura del narcisismo”. La passione più stimolata da questa modernità è l’egoismo. Aggiungerei l’individualismo.
Ci si concentra sul presente. Regala sogni. Mentre la sinistra appare sacrificale,sgobbona e meritocratica, pone tutti sullo stesso livello, il che in mondo complesso rende tutto più arduo.
La sinistra è battuta dallo spirito del tempo, lo Zeitgeist. Il grande centro non sa cosa dire.
La destra estrema avanza. Punta sull’immagine e regala sogni e scorciatoie, non importa quanto vere e impossibili.
Il bilancio è chiaro.
Laboratorio interessante è la Germania. I verdi sono al 28 per cento secondo i sondaggi. (votati dal 37 per cento dei funzionari pubblici, da un terzo dei liberi professionisti, da chi ha redito sopra la media, sobri, colti e benestanti. I poveri votano altrove.
Ma questo, in questo modo, succede solo qui, dove c’è ordine, il benessere e la paura del passato.
Portogallo socialista è andato. Spagna a rischio. Sinistra barcolla ovunque.
E ancora.
Sarkozy sarà eletto? E la Merkel? Torneranno i Labour fra tre anni?
Di immutabile alla fine sembra esserci solo l’Italia. Questo, però, è un altro dibattito, reso speciale dalla mancanza di opposizione. Se è caduta la dc ed è caduto Geronzi, nulla dura per sempre. E chi resta in sella a lungo in genere si fa male.

Fonte: la Stampa del 26 aprile 2011

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