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Dal G20 ok ai nuovi standard sui capitali, ma con un’introduzione graduale

«Siamo a favore della conclusione di un accordo – in occasione del vertice di Seoul – sul nuovo quadro in materia di capitali. Tutti i membri adotteranno i nuovi standard: questi ultimi saranno introdotti gradualmente secondo un calendario coerente con una ripresa ininterrotta e in grado di arginare le perturbazioni di mercato». Così la bozza della dichiarazione finale dei leader del G20, sulla quale è stato raggiunto un accordo di massima alla cena di sabato sera, recepisce le indicazioni fornite dal Financial stability board diretto da Mario Draghi rispetto all’esigenza di privilegiare il rafforzamento patrimoniale delle banche per costruire un sistema finanziario più stabile in futuro.
E forse, proprio il passaggio su tempi e modi per arrivare all’accordo di Basilea tre sui nuovi ratios di capitale è uno dei risultati più concreti di questo vertice, che invece non ha trovato alcun denominatore comune (come del resto era nelle premesse) sull’ipotesi di nuove tasse sul sistema bancario. La priorità del rafforzamento dei coefficienti patrimoniali delle aziende di credito viene riaffermata e si conferma l’obiettivo di arrivare, entro la fine del 2012, all’attuazione del nuovo quadro normativo «con l’orizzonte di transizione che emergerà dalla valutazione d’impatto economico elaborata dal Fsb e dal Comitato di Basilea».
Dunque, la lunghezza del periodo transitorio verso il nuovo regime regolamentare sarà in funzione della salute (più o meno robusta) della ripresa economica. Inoltre, si afferma nel tetto che verrà sottoscritto dai leader dei paesi di vecchia e nuova industrializzazione che «le disposizioni transitorie terranno conto dei diversi punti di partenza e delle circostanze nazionali; le variazioni iniziali sui nuovi standard si ridurranno man mano che i paesi si conformeranno al nuovo quadro di riferimento globale». Anche in questo caso, si è scelta la strada di una maggiore flessibilità nell’attuazione per riconfermare però il principio di fondo, e cioè che l’instabilità finanziaria si combatte stanziando dosi maggiori di capitale e maggiori riserve di liquidità. In questo modo, il G20 conta di vincere i timori e le forti resistenze alla riforma provenienti dall’industria bancaria senza determinare, però, nessun “annacquamento” nell’impianto finale delle nuove regole.

Fonte: Sole 24 Ore del 27 giugno 2010

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