Torno sul tema della produttività che, come scriveva il Nobel dell’economia Paul Krugman nel 1994 “non è tutto, ma nel lungo termine è quasi tutto”.
Produttività, dove nasce il gap italiano
Si dice: da metà degli anni ‘90 l’Italia non cresce, perde colpi, l’Italia è in declino, fortemente distaccata dalla Ue. Queste affermazioni, frequenti nel dibattito politico e giornalistico nazionale e internazionale, sfociano sul tema della “produttività”.
India e G20
In un articolo su Foreign Affairs del 18 aprile 2023, Nirupama Rao (già ministro degli esteri dell’India, ambasciatore in Cina e negli Usa) provava a spiegare perché i paesi del “Sud globale” sono sempre meno disposti ad allinearsi con gli Usa contro la Cina o la Russia nel grande gioco degli interessi geopolitici che non sembrano affrontare le grandi sfide epocali (clima, pandemie, malnutrizione, lotta al terrorismo, predominio tecnologico, disuguaglianze storicamente senza precedenti fra popolazioni ricche e povere).
Innovazione la carta in più per l’export
Come si posiziona l’Italia negli anni recenti sui mercati internazionali quanto a competitività tecnologica, quindi guardando oltre i ben noti vantaggi nei campi come moda-design-stile-creatività-tradizione artigianale-qualità e gusto alimentare?
Competitività europea, la Ue chiama Draghi
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha colto l’occasione del suo discorso sullo stato dell’Unione (23 settembre) per chiedere a Mario Draghi di predisporre in tempi brevi un “rapporto sul futuro della competitività europea”.
I rischi possibili nati dallo scontro tra paesi democratici e autocrazie
Il rapido evolversi degli scenari della cosiddetta geopolitica, prima e dopo lo scoppio della guerra in Ukraina, obbligano l’Occidente a ripensare velocemente strategie di difesa, di confronto e di alleanze.
L’ascesa dell’India capofila del Sud globale
La guerra russo-ukraina catalizza in queste settimane l’attenzione della politica estera, in vista di una ancora lontano assai controverso ma non impossibile ingresso dell’Ukraina nella Nato, e prima ancora nella Unione Europea.
La Cina è un gigante con cui l’America deve continuare a dialogare
Dopo l’incontro fra Biden e Xi Jinping a Bali lo scorso novembre, incontro che potremmo definire storico nella attuale fase geopolitica segnata dalle grandi incertezze sugli esiti della guerra Russia -Ukraina e sull’ambigua posizione della Cina, si sono scatenate diverse iniziative e pressioni diplomatiche tra Usa e Cina, dagli incontri del ministro del commercio estero cinese Wang Wentao con Jake Sullivan (Us National Security Advisor) e con la Ustr Katherine Tai , fino a includere la recente missione clandestina a Pechino del direttore della CIA Bill Burns.
La morsa diplomatica e tecnologica che stritola l’economia europea
Il nuovo presidente dell’associazione dei costruttori d’auto europei Luca de Meo in una lettera alla UE (su questo giornale del 1 febbraio) denuncia il rischio che l’annunciato addio ai motori diesel e benzina entro il 2035, imposto dal Green Deal della Commissione europea, sia una forzatura tale da spiazzare quasi 13 milioni di posti di lavoro europei a fronte della prevista agguerrita concorrenza americana e cinese nel mercato mondiale dei veicoli elettrici: così “si rischia la deindustrializzazione”.
Europa-Usa politica industriale redux
Ci volevano la pandemia e la guerra in Ukraina per mettere in sordina, almeno temporaneamente, le ricette del classico liberismo, rilanciando in varie forme l’appello dei governi al di là e al di qua dell’oceano in cerca di rinnovata competitività delle imprese nazionali sui mercati globali.