La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha colto l’occasione del suo discorso sullo stato dell’Unione (23 settembre) per chiedere a Mario Draghi di predisporre in tempi brevi un “rapporto sul futuro della competitività europea”.
I rischi possibili nati dallo scontro tra paesi democratici e autocrazie
Il rapido evolversi degli scenari della cosiddetta geopolitica, prima e dopo lo scoppio della guerra in Ukraina, obbligano l’Occidente a ripensare velocemente strategie di difesa, di confronto e di alleanze.
L’ascesa dell’India capofila del Sud globale
La guerra russo-ukraina catalizza in queste settimane l’attenzione della politica estera, in vista di una ancora lontano assai controverso ma non impossibile ingresso dell’Ukraina nella Nato, e prima ancora nella Unione Europea.
La Cina è un gigante con cui l’America deve continuare a dialogare
Dopo l’incontro fra Biden e Xi Jinping a Bali lo scorso novembre, incontro che potremmo definire storico nella attuale fase geopolitica segnata dalle grandi incertezze sugli esiti della guerra Russia -Ukraina e sull’ambigua posizione della Cina, si sono scatenate diverse iniziative e pressioni diplomatiche tra Usa e Cina, dagli incontri del ministro del commercio estero cinese Wang Wentao con Jake Sullivan (Us National Security Advisor) e con la Ustr Katherine Tai , fino a includere la recente missione clandestina a Pechino del direttore della CIA Bill Burns.
La morsa diplomatica e tecnologica che stritola l’economia europea
Il nuovo presidente dell’associazione dei costruttori d’auto europei Luca de Meo in una lettera alla UE (su questo giornale del 1 febbraio) denuncia il rischio che l’annunciato addio ai motori diesel e benzina entro il 2035, imposto dal Green Deal della Commissione europea, sia una forzatura tale da spiazzare quasi 13 milioni di posti di lavoro europei a fronte della prevista agguerrita concorrenza americana e cinese nel mercato mondiale dei veicoli elettrici: così “si rischia la deindustrializzazione”.
Europa-Usa politica industriale redux
Ci volevano la pandemia e la guerra in Ukraina per mettere in sordina, almeno temporaneamente, le ricette del classico liberismo, rilanciando in varie forme l’appello dei governi al di là e al di qua dell’oceano in cerca di rinnovata competitività delle imprese nazionali sui mercati globali.
Imprese e made in Italy: oltre al nome serve una nuova visione
Domanda: cambiare nome a questo Ministero serve a meglio definirne i compiti, ridisegnarne il rapporto con il resto della squadra di governo a vantaggio dell’efficienza complessiva del sistema, rilanciare la motivazione e la dedizione del personale, in una parola potenziare l’efficacia dell’azione di governo nella politica economica estera con particolare riguardo alla competitività internazionale del paese? E’ una delle non piccole sfide sul tavolo del neonato governo.
La meritocrazia aiuta (anche) a perpetuare le disuguaglianze
Il dibattito scatenato dalla nuova denominazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito invita a fissare tre paletti, aiutati dal titolo provocatorio del libro del filosofo americano Michael Sandel, docente di filosofia politica ad Harvard “La tirannia del merito. Perché viviamo in una società di vincitori e perdenti, Feltrinelli 2021, libro di cui si è discusso all’ultimo Festival dell’economia di Torino.
Non è il momento di allentare le sanzioni contro Mosca (anzi…)
Le ultime mosse di Putin (tra cui chiamata di 300.000 riservisti e minaccia di uso di armi nucleari tattiche) ripropongono in un clima politico sempre più teso la nota domanda: sono efficaci, e su quali tempi, le sanzioni dell’Occidente (Europa in particolare) contro la Russia, una potenza che dal 24 febbraio ha letteralmente invaso il vicino di casa col delirante obiettivo di “de-nazificare” la popolazione ukraina e annettere l’intero Donbass, invocando antiche appartenenze etniche e storiche?
Il rischio stagflazione è reale, ma non sarà né profonda né duratura
Il rialzo dell’inflazione, che in Italia a maggio ha sfiorato il 7% su base annua, mai così alta dal 1986, registra picchi inattesi (dagli Usa all’intera Euroarea) alimentando molte previsioni di una prossima recessione, causata da sfiducia delle famiglie e revisione verso il basso dei piani di investimento delle imprese: il tristemente noto spettro della stagflation, combinazione perversa di inflazione persistente e (anche pesante) recessione.