“Ho cominciato a scrivere questo libro quando l’epidemia di coronavirus sembrava “poco più di un’influenza” in una lontana provincia cinese; nel momento in cui è scoppiata la pandemia, mi sono fermato, pensando che fosse bizzarro evocare le “magnifiche sorti e progressive”. Poi ho deciso di andare fino in fondo guidato da una scommessa, anzi da una convinzione: lo choc per quanto grave avrebbe portato con sé un cambiamento ampio e positivo, e la “social catena” (è sempre Giacomo Leopardi che parla nella Ginestra) non si sarebbe spezzata. Così mi sono detto: e se il diavolo non fosse come lo dipingiamo?”
L’intrigante quesito trova una possibile risposta nel libro di Stefano Cingolani
Stefano Cingolani
“Il capitalismo buono”
Perché il mercato ci salverà
Prefazione di Giuseppe De Rita
Edizioni LUISS
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