• lunedì , 14 Ottobre 2024

patto di stabilità

Patto di stabilità, le nuove regole (tra discrezionalità e sostenibilità) analizzate da Paganetto

Patto di stabilità, le nuove regole (tra discrezionalità e sostenibilità) analizzate da Paganetto

Le nuove regole nascono dalla volontà di rispondere alle generali critiche di rigidità ed austerità legate al Patto sospeso fino ad oggi. A posteriori rimangono in piedi le osservazioni di chi ha fatto subito notare che la scelta di affidare alla Commissione la determinazione della traiettoria di riduzione del debito nei 4-7 anni in base alla sua sostenibilità, consegna una forte discrezionalità.

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Patto di stabilità, le nuove regole (tra discrezionalità e sostenibilità) analizzate da Paganetto

Patto di stabilità, le nuove regole (tra discrezionalità e sostenibilità) analizzate da Paganetto

Le nuove regole nascono dalla volontà di rispondere alle generali critiche di rigidità ed austerità legate al Patto sospeso fino ad oggi. A posteriori rimangono in piedi le osservazioni di chi ha fatto subito notare che la scelta di affidare alla Commissione la determinazione della traiettoria di riduzione del debito nei 4-7 anni in base alla sua sostenibilità, consegna una forte discrezionalità.

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È meglio non toccare il patto di stabilità

È meglio non toccare il patto di stabilità

A giorni la Commissione europea presenterà la sua proposta di riforma del Patto di Stabilità e Crescita, quell'insieme di vincoli che limitano il disavanzo e il debito - rispettivamente - al 3 e al 60 per cento del Pil. Una simile revisione è stata richiesta da tutti, ma proprio tutti, i nostri politici. Le attuali norme sono considerate complicate, rigide e, per alcuni versi, dannose.

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Come cambiare le regole europee

Come cambiare le regole europee

L’Unione europea ha aperto una consultazione pubblica sulla riforma delle regole che si è data da Maastricht in poi. Con la pandemia sono state sospese e così resteranno anche nel 2022, ma nel 2023 si prevede di riattivarle. Non esattamente le stesse: anche se c’è ancora chi vorrebbe rispristinarle tali e quali – e questo la dice lunga sulla capacità di comprensione delle dinamiche economiche di una parte della cosiddetta “classe dirigente” – la maggioranza ha finalmente capito che quelle regole hanno funzionato male, per usare un gentile eufemismo

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