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Fiducia e protezione sociale

I nodi da sciogliere
Ritorna la fiducia nei consumatori italiani. L’Istat certifica che il clima di fiducia nell’economia è salito in novembre dal 97,3 al 98,3. È una buona notizia perché i consumi delle famiglie italiane erano scesi non solo a causa della caduta del reddito, ma anche in ragione del pessimismo imperante presso le famigli italiane.
Cosa può aver cambiato gli umori dei consumatori? Non certo le vicende politiche che ancora indicano larghe incertezze. Non certo una ripresa dei redditi che sono ancora compressi.
Resta il miglioramento delle aspettative legate alla buona situazione patrimoniale delle famiglie italiane, malgrado la forte recessione.
In effetti l’Italia è un paese senza una vera protezione sociale e sono le famiglie quelle che assorbono le spinte recessive utilizzando il patrimonio accumulato.
Non è la migliore delle condizioni, perché il patrimonio è mal distribuito e quindi anche le protezioni sociali finiscono per essere fattori di diseguaglianza.
Se torneremo a crescere sarà quindi necessario rivedere il nostro sistema di protezione sociale senza troppi tabù: sia nei confronti della necessaria modifica della Cassa integrazione guadagni straordinaria, sia nell’introduzione di un qualche sistema di reddito per chi perde il lavoro.

Fonte: InPiu' del 26 novembre 2013

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