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Draghi:modello Europa per coordinare le regole. Tassi bassi? Un rischio

Non bisogna fermarsi. Sulle riforma delle regole della finanza bisogna andare avanti: è «una priorità». Mario Draghi governatore della Banca d’ Italia e presidente dell’ Fsb, insiste. E apre così, nell’ insolito ruolo di presidente-moderatore di un dibattito, la serie di interventi sulle «sfide» nella sorveglianza e nel coordinamento internazionale nell’ ambito di un mega seminario sugli squilibri globali organizzato dalla Banque de France. Uno dei primi appuntamenti programmati nel corso dell’ anno per accompagnare e rafforzare la presidenza della Francia di G8 e G20. Draghi batte dunque il tasto delle riforme perché, ribadisce, non bisogna abbassare la guardia ora che «l’ urgenza è finita». Ma se c’ è una lezione semplice fornita dalla crisi, aggiunge, è che esiste un solo modo per ottenere risultati e benefici, quello di cooperare, superando la logica delle politiche esclusivamente nazionali in politica economica. È «imperativo» farlo, come sostiene il G20, per «garantire una ripresa duratura e impostare l’ economia mondiale su un sentiero di crescita forte e sostenibile». Insomma, «tenere in ordine casa propria è necessario, ma potrebbe non essere sufficiente se non c’ è coordinamento», chiosa il governatore a chiusura di dibattito. Draghi, da candidato in pectore alla presidenza delle Bce, pensa all’ Europa. Anche se le sue osservazioni a riguardo, per il protrarsi del dibattito, restano nel testo scritto. In Europa, scrive il numero uno dell’ Istituto di via Nazionale, «siamo arrivati a realizzare una stretta interdipendenza tra le nostre economie e di conseguenza abbiamo avuto bisogno di regole e governance efficaci», con la moneta unica «che agisce come potente strumento» di coordinamento e di cambiamento «in un contesto istituzionale in cui le decisioni di politica economica rimangono in larga misura di dominio nazionale». Ciò «rende l’ Europa un laboratorio naturale per la sperimentazione di soluzioni che possono essere utili a livello globale» afferma Draghi. Sugli obiettivi dell’ Unione europea, si è soffermato anche il commissario per gli Affari economici e monetari Olli Rehn, mentre gli altri interventi introdotti da Draghi – di Lorenzo Bini Smaghi, componente del board Bce, Olivier Blanchard, consigliere economico del Fmi e del governatore della Banca di Corea, Choongsoo Kim – hanno analizzato i profili da valutare per affrontare e risolvere gli squilibri globali. Il successo nel superamento della crisi in Europa «non è ancora garantito» e quindi «non dobbiamo abbassare gli obiettivi né rallentare il completamento delle riforme» di fronte alla relativa calma nei mercati finanziari e al miglioramento delle prospettive economiche, ha sostenuto Rehn. Da Draghi, infine, arriva solo un cenno, seppure in un contesto globale, ai tassi di interesse, all’ indomani della decisione della Bce, di tornare a muoverli ad aprile. «Mantenere i tassi di interesse bassi per un periodo di tempo prolungato» è tra quei fattori che pongono «rischi significativi a livello globale».

Fonte: Corriere della Sera del 5 marzo 2011

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