• lunedì , 14 Ottobre 2024

Concorrenza, il governo adesso tratta anche su carburanti e ferrovie

Cambiamenti in vista per il decreto sulle liberalizzazioni. Rispetto alla bozza circolata nei giorni scorsi, alcune norme saranno ammorbidite per renderle più «potabili» alle categorie e ai settori interessati. Dopo aver ceduto ai sindacati sull’articolo 18 – di cui si discuterà in un secondo momento – Mario Monti e i suoi ministri lavorano su altri punti caldi: le misure sulla rete dei carburanti, la separazione della rete ferroviaria dalle Fs, i taxi, le professioni. E rispunta la modifica delle assegnazioni gratuite delle frequenze televisive.
La mossa del ministro Elsa Fornero, che dopo aver scoperto l’inserimento a sorpresa della riforma dei contratti nel pacchetto liberalizzazioni ha bloccato tutto, ha però deluso almeno due delle componenti di maggioranza. «L’articolo 18 non è un totem – dice Gianfranco Fini – e non esiterei a toccarlo. Un contratto unico metterebbe fine alla precarietà dando alle imprese più flessibilità in uscita». Il capogruppo del Pdl a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto, osserva che l’articolo 18 non deve rientrare nelle liberalizzazioni, «ma rientra nel confronto sulla riforma del mercato del lavoro».
Domani il ministro della Giustizia Paola Severino riceve i rappresentanti di una ventina di ordini professionali: avvocati, ingegneri, geometri, notai, e anche i giornalisti. Martedì, saranno ventidue organizzazioni dei tassisti ad essere convocate a palazzo Chigi.
Il tempo stringe. Monti vorrebbe l’approvazione del testo in Consiglio dei ministri prima del vertice Gemania-Francia-Italia del 20 gennaio. Più probabilmente, il provvedimento sarà pronto per l’Eurogruppo del 23 o per il Consiglio europeo del 29 gennaio. I ministri adesso lavorano separatamente ai settori di competenza. Corrado Passera, ad esempio, sta modificando le norme sulla rete dei carburanti e sulle ferrovie. In particolare, non ci sarebbe più la vendita forzosa di un terzo degli impianti di proprietà delle compagnie petrolifere. Si tratta inoltre sulla rimozione dei vincoli di esclusiva fra compagnie e distributori. Se il decreto resta così, osserva l’Assopetroli, «nessuno sarà più in grado di garantire la qualità del carburante, e potrebbe proliferare il contrabbando di benzina». Il secondo fronte aperto al ministero dello Sviluppo (e Infrastrutture) è quello della separazione proprietaria tra rete ferroviaria, che andrebbe in capo al Tesoro, e le Fs. L’ad della Ferrovie Mauro Moretti sostiene che questa norma renderebbe più cari i biglietti del treno, come è avvenuto in Gran Bretagna. Infine si lavora allo scorporo della rete gas.
Fra le categorie che più si oppongono al decreto liberalizzazioni, pur con modalità diverse, i tassisti e gli avvocati. Se le corse da Fiumicino hanno ripreso regolarmente, a Napoli non cessa l’occupazione di piazza Plebiscito da parte delle auto bianche. Domani il governo dovrebbe spiegare ai tassisti le nuove modalità per il regime delle licenze con alcune compensazioni per i conducenti più danneggiati dalla liberalizzazione. Gli avvocati, da parte loro, accusano il governo di aver agito «in modo opaco e autoritario»: il 28 gennaio diserteranno le cerimonie di inaugurazione dell’Anno giudiziario. Ieri, all’assemblea promossa dal Consiglio nazionale forense, sono stati decisi due giorni di sciopero, manifestazioni e l’occupazione simbolica dei palazzi di giustizia. Nel mirino degli avvocati, in particolare, la norma che consente di sostituire il tirocinio con gli ultimi due anni di corso universitario. Protestano anche i medici di famiglia, ma per le norme previdenziali contenute nel decreto «salva Italia» già approvato: il 10 e 13 febbraio assicureranno soltanto le prestazioni indispensabili.
Nessuna protesta, ma anzi un sospiro di sollievo, da parte dei contribuenti in arretrato con il fisco: fra le varie norme in cantiere, una di esse prevede che non ci sarà più l’ipoteca sulla casa se il debito con l’Erario viene rateizzato. La restituzione sarà a «rate crescenti», basse all’inizio e via via più elevate. Fra le altre novità, l’abolizione delle commissioni su bancomat e carte di credito, e contrassegni assicurativi per le auto a prova di falsificazione (oggi sarebbero circa 3 milioni le vetture che circolano senza Rc-auto).

Fonte: Il Giornale del 15 gennaio 2012

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