• martedì , 3 Dicembre 2024

Bancomat e carte di credito più trasparenza e giù i costi

Il giudizio è positivo: il complesso delle misure di liberalizzazione che il governo ha presentato «segna un importante avanzamento nel percorso che deve portarci alla piena concorrenza in tutti i mercati in cui essa è possibile». Ma non lo è del tutto. La Banca d’Italia ritiene che l’esecutivo guidato daMario Monti sia stato troppo cauto su alcune misure da prendere. Abbia, in grande sostanza, in qualche caso rinviato ad altri provvedimenti, o fatto marcia indietro o ridotto gli interventi programmati. Lo dice l’analisi fatta in Parlamento dal neo vicedirettore generale della Banca, Salvatore Rossi. Lemisure coprono molti ambiti, «sono più delle volte incisive » ma in alcuni casi, ha detto Rossi, ad esempio nei trasporti, «il decreto rinvia a norme attuative da cui dipenderà crucialmente l’efficacia dei provvedimenti». In altri, i liberi professionisti, «non vengono confermati importanti avanzamenti proposti lo scorso agosto». In altri ancora, notai e farmacie, gli interventi «appaiono parziali ». Quindi sono stati sì fatti «passi avanti e rilevanti» ma «occorre procedere in questo sforzo». Trasporti, professionisti, notai, farmacie. Ma anche banche. «Per ridurre il costo di utilizzo delle carte e degli altri strumenti di pagamento elettronici sarebbero utili ulteriori interventi normativi che accrescano la trasparenza e il valore segnaletico dei prezzi applicati dalle banche, consentendo alla clientela scelte più consapevoli ed efficienti », ha affermato il vicedirettore generale di Bankitalia. Quanto alle farmacie e ancor di più ai notai le norme aumentano sedi e piante organiche ma «vengono preservati gli attuali stretti limiti all’accesso da parte di altri soggetti». Un «approccio più orientato a rendere contendibili quei mercati, riconsiderando le riserve di attività e le esigenze del servizio universale, darebbe agli utenti beneficimolto maggiori». Sulle libere professioni Bankitalia pensa che si sia fatta retromarcia. «Il venire meno dell’obbligo per il professionista di pattuire il compenso per iscritto rappresenta un passo indietro rispetto a quanto previsto dalla manovra di agosto». Mettere nero su bianco l’onorario richiesto «favorirebbe lo sviluppo di dinamiche concorrenziali e accrescerebbe le tutele per i clienti». Nell’avvocatura poi «potrebbe avere anche importanti riflessi sul funzionamento delle giustizia civile: rendendo il cliente più consapevole delle spese di un giudizio, contribuirebbe a scoraggiare la presentazione di cause di rilievo modesto o con limitate possibilità di successo e avrebbe sicuramente effetti positivi di decongestionamento delle aule giudiziarie». Secondo la Banca d’Italia sarebbe poi anche opportuno ampliare il raggio di azione di alcune misure adottate. Come quella riservata agli under 35 di aprire una società a responsabilità limitata semplificata, con un euro di capitale, che potrebbe invece essere «utilmente esteso, rimuovendo il vincolo di età e adeguando la disciplina complessiva delle Srl». Negli ordinamenti dei principali paesi sono infatti presenti «modelli societari che non prevedono requisiti di capitale minimo e consentono procedure di costituzione semplificate senza vincoli di natura soggettiva». Quanto al resto delle misure vanno nella giusta direzione, in particolare quello dello scorporo tra Eni e Snam Retegas. In generale la Banca d’Italia ricorda comunque che la concorrenza è «una strada obbligata per fare uscire l’Italia dalla condizione stagnante degli ultimi quindici anni ». Anche se per il rilancio della crescita economica bisogna agire pure in altri campi: mercato del lavoro e ammortizzatori sociali; sistema educativo; sistema giudiziario e ruolo, dimensione e funzionamento della presenza pubblica nell’economia.

Fonte: Corriere della Sera del 2 febbraio 2012

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