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Aiuti greci, si puo’ chiudere il 31

Oggi riunione dei tecnici dell’Eurogruppo sul caso ellenico. Se tutto va bene, mercoledì prossimo ci sarà un vertice dei ministri in teleconferenza. Nonostante i gravi disagi sociali, l’Ue cerca di riportare Atene sul giusto binario.
E’ chiaro che “non è finita sinché non è finita” e che il cammino sarà certamente ricco di ostacoli. Però è anche evidente che i tasselli stanno andando tutti quanti al loro posto per la Grecia. Lentamente, e a fatica, ma sta succedendo.
L’ultima è che l’Eurogruppo, il conclave dei ministri finanziari della moneta unica, ha intenzione di convocare una riunione straordinaria in teleconferenza per mercoledì prossimo. L’incontro è tentativamente già in agenda. Salvo ripensamenti, assicurano fonti del Consiglio, “sarà interamente dedicato al caso greco”. Volevano già farlo domani, poi hanno preso tempo. Il 31 ottobre è la data in cui pensano di compiere un altro importante passo in avanti verso il mare della tranquillità finanziaria.
Ora tutto dipende dall’Euro Working Group (i direttori dei ministri economici) in programma oggi. Se arriva la fumata bianca, allora mercoledì tutti saranno a parlarsi via filo per procedere col dossier greco.
Succede che i governi Ue si siano convinti che il premier Samaras sia credibile (relativamente) e che il suo esecutivo stia facendo i compiti come si deve e come si può. Il clima politico è positivo. Un po’ perché effettivamente le cose vanno meglio dal punto di vista delle riforme, un po’ perché in fondo non c’è scelta: un fallimento ellenico non conviene davvero nessuno, nemmeno alla Merkel che va al voto fra un anno. Davanti a mille incognite, i big dell’Eurozona si sono finalmente persuasi a dare una chance alla buona sorte di Atene, sebbene la situazione politica e sociale sia davvero complessa.
A Bruxelles è palese che le lacrime e sangue non bastano. Serve un aiutino. Occorre lo sconto sul piano di risanamento che Samaras vorrebbe fosse di due anni (deve portare il debito al 120% del pil nel 2020, si andrebbe al 2022). L’Eurogruppo sta pensando a una ristrutturazione del debito e a una serie di nuovi prestiti che potrebbero arrivare sino a 20 miliardi.
Il rapporto della Troika Ue-Bce-Fmi è ultimato. L’Eurogruppo lo esaminerà nella riunione di mercoledì, se confermata. Qualora constati l’esistenza delle condizioni, darà anche il via libera “politico” all’erogazione della nuova tranche del programma di salvataggio, necessaria per consentire ai greci di saldare i propri debiti a metà mese (31 miliardi). La decisione avrebbe un valore di incoraggiamento e sarebbe un segnale di tranquillità ai mercati. Potrebbe poi essere formalizzata nell’Eurogruppo formale del 12 novembre.
Il programma prevede di arrivare allo sconto da deliberare entro il vertice dei capi di stato e di governo di metà dicembre. Le fonti diplomatiche scommettono che, in un modo o nell’altro, e non senza drammi, si accadrà proprio questo.
Risultato: se tutto andrà come si può immaginare, la Grecia potrebbe riprendere a zoppicare rapidamente nella giusta direzione, diventare un caso da manutenzione e monitoraggio costante piuttosto che da intervento disperato. A tre anni dallo scoppio della crisi, potremmo immaginare che la crisi è sul punto di finire. E’ possibile, sebbene ci sia parecchio da giocare.
L’Europa poteva farla finita prima e risparmiare un sacco di soldi e dolori. Al punto in cui siamo, il “meglio tardi che mai” è comunque la migliore delle opzioni possibili.

Fonte: La Stampa del 25 ottobre 2012

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