• giovedì , 18 Aprile 2024
L’autonomia differenziata e i limiti della riforma del Titolo V

L’autonomia differenziata e i limiti della riforma del Titolo V

Il dibattito sull’autonomia differenziata è focalizzato sulle conseguenze che essa avrebbe sugli squilibri territoriali. In effetti, il tentativo di dare attuazione al terzo comma dell’art. 116 mette in luce una contraddizione della riforma costituzionale del 2001. Da un lato, nell’art. 117, è enfatizzata l’uniformità delle prestazioni (livelli essenziali da garantire su tutto il territorio nazionale); dall’altro, nell’art. 119 si individuano come principale forma di finanziamento degli enti territoriali «compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio» (in luogo di semplici trasferimenti dal bilancio dello Stato), con un’assimilazione al regime da sempre in vigore per le Regioni a statuto speciale (in quel caso con aliquote di comparteci- pazione che arrivano al cento per cento). Un regime la cui generalizzazione sarebbe insostenibile.

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