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“Banche, giu’ gli stipendi dei manager”

Meno prestiti alle imprese,famiglie che non riescono a mettere da parte le risorse per fronteggiare i momenti di difficoltà,l’economia che si avvita in un «circolo vizioso».
C’è poco da celebrare alla Giornata del risparmio 2012. Non lo fa di sicuro il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che segnala un nuovo calo dei finanziamenti bancari alle imprese e alle famiglie. Non lo fa il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che ricorda: il pareggio di bilancio nel 2013 non basta, bisogna fare di più, anche se esclude una manovra aggiuntiva in primavera. Non lo fa il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, che chiede al governo la massima attenzione nel mettere in atto le norme di Basilea 3.
Le banche, secondo Visco, hanno cominciato a ridurre i costi ed a ripulire i bilanci. Ma devono fare di più: occorre proseguire nel contenimento degli organici e dei costi del personale, anche agendo sui compensi degli amministratori e dei dirigenti. E dovrà essere valutata con la massima attenzione la distribuzione di dividendi nei casi in cui vi siano esigenze di rafforzamento patrimoniale. Nel 2011, ricorda il governatore, le «buste paga» dei vertici dei primi cinque gruppi bancari sono diminuite in media del 25% rispetto all’anno precedente, e del 20% nella media dei primi quindici gruppi. Le banche in cui si sono verificati aumenti sono, adesso, sottoposte ad attenti controlli da parte di via Nazionale. «Episodi anche gravi di scorrettezza non hanno intaccato la stabilità del sistema», aggiunge, ricordando tuttavia che Bankitalia «non transige» sulla cattiva gestione.
Ma, compensi a parte, a preoccupare di più è la dinamica dei prestiti bancari alle imprese e alle famiglie. Nel terzo trimestre di quest’anno, dopo un miglioramento nella prima metà del 2012, l’offerta di credito è diventata più restrittiva, calando del 3,5% nei confronti delle aziende e dello 0,8% per quanto riguarda le famiglie. Le imprese, spiega Visco, stanno riducendo gli investimenti a fronte di prospettive economiche sfavorevoli, e le famiglie sono alle prese con le incognite del mercato immobiliare.
È però anche vero che il costo dei finanziamenti alle imprese è superiore di almeno un 1% rispetto alla Germania e dello 0,8% rispetto ala media europea. Cento punti di maggiore spread sul Btp significano 50 punti di aumento dei tassi sui prestiti ale clientela. «Bisogna rafforzare il sostegno agli imprenditori meritevoli», dice Visco.
«Le misure di bilancio del governo – osserva Visco – non potevano non ripercuotersi sull’andamento dell’economia, ma hanno evitato scenari ben peggiori dell’attuale». Tuttavia lo spread resta troppo elevato non solo colpisce chi chiede credito, ma ritarda l’effetto delle riforme.
Il governo, assicura il ministro dell’Economia, Grilli, è impegnato ad andare avanti, anche se è consapevole che l’effetto delle riforme si vedrà col tempo. Intanto bisogna continuare a «proteggere» il risparmio – spiega poi il ministro – che è il vero motore degli investimenti e quindi della crescita«. Per far questo bisogna ristabilire la fiducia nel nostro Paese che è «non la periferia dell’Europa, è il cuore dell’Europa». E «non c’è possibilità di ricostituire la fiducia nell’area dell’euro se non c’è fiducia nell’Italia».
Al governo, il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, chiede due cose: uno stop agli aggravi fiscali sul sistema creditizio, e un momento di riflessione e pausa sulle nuove regole di Basilea 3. Al fine di far ripartire l’economia, Mussari sollecita una tregua sul fronte delle tasse:il rigore, da solo, non basta. Mentre il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, chiede interventi per sostenere e diversificare il risparmio, purtroppo calante, delle famiglie italiane.

Fonte: Il Giornale del 1 novembre 2012

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