• giovedì , 28 Marzo 2024

I dubbi sulle scarcerazioni e le ragioni della Polizia

Roma, le Ragioni della Polizia e i Dubbi sulle Scarcerazioni.
Il capo della polizia, si sa, parla poco. Ma quando lo fa, va ascoltato bene. Se poi in poche settimane lancia due volte lo stesso allarme, bisogna preoccuparsi. Antonio Manganelli è un uomo prudente e un ottimo capo della polizia. Se chiede che i suoi uomini – più in generale tutti gli addetti alla sicurezza – non siano lasciati soli a fronteggiare un’ emergenza sociale sempre più evidente, nervosa, aggressiva, bisogna rispondere. E, se invece che risposte, a stretto giro arriva la pressoché generalizzata scarcerazione dei giovani arrestati martedì a Roma nel corso dei gravi incidenti, qualcosa non funziona. Su un tema forte come la sicurezza, sul quale si misura la vivibilità di un Paese e si vincono e perdono le elezioni, bisogna investire soldi, evitare chiacchiere e avere un polso democratico ma fermo. I giudici che ieri hanno deciso di rimandare a casa i giovani fermati martedì, tutti tranne uno, avranno avuto ottime ragioni. E, del resto, nessuno vuole una giustizia che punisca a caso, condannando nel mucchio. Certo, però, la decisione stride con quello che abbiamo visto dal vivo o in tv. Possibile che i veri «cattivi» siano fuggiti e le forze dell’ ordine abbiano sbagliato praticamente tutti i fermi? Oltre al dubbio, ci chiediamo se così facendo non si aiuti il diffondersi tra i teppisti di ogni risma di un pericoloso senso di impunità. Tutto questo, mentre Manganelli chiede per i suoi uomini vicinanza morale e sostegno concreto. Oggi in Parlamento il ministro dell’ Interno Roberto Maroni dirà quel che è ormai sotto gli occhi di tutti: le cosiddette «zone rosse», quelle dove isolare le Istituzioni, non servono a evitare le scorribande dei violenti. Ci piacerebbe che, con le nuove strategie operative, Maroni potesse annunciare anche un aumento di risorse e di mezzi per la polizia. Che la stessa cosa facesse il collega della Difesa, Ignazio La Russa, per i carabinieri. E che il ministro dell’ Economia Giulio Tremonti, nella doppia veste di referente della Guardia di Finanza e detentore della «cassa», scovasse un po’ di risorse per tutti. Operazione non impossibile. Appena un paio di settimane fa, in sede di approvazione della legge di stabilità, è stato bocciato (col contributo di 45 parlamentari dell’ opposizione) un emendamento di Bruno Tabacci che toglieva 20 milioni dal finanziamento dei partiti per destinarli ai ricercatori. Senza voler fare facile demagogia, siamo sicuri che esistano altre e più consistenti partite da spostare non solo nelle buste paga dei poliziotti ma anche nei settori che rischiano di diventare veri e propri serbatoi di rancore e rivolta sociale.

Fonte: Corriere della Sera del 17 dicembre 2010

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