• giovedì , 28 Marzo 2024

Il cambio e il patrimonio

A quale cambio valutare il patrimonio? Al convegno romano del Salone del Risparmio e del Credito, promosso da Gabriele Capolino, non si è posto esplicitamente questo problema, perchè. in Italia il patrimonio netto di persone fisiche o giuridiche suole automaticamente valutarsi in euro e negli USA suole valutarsi in dollari. Eppure il problema non è di scarsa importanza, perché in presenza di un identico portafoglio e, ad esempio, di un dollaro che si rafforza sull’euro, la reazione di un risparmiatore domiciliato nell’area del dollaro potrebbe essere l’opposto di quella di un detentore domiciliato in Eurolandia. Questo è vero soprattutto per le persone fisiche che spesso reagiscono emotivamente in presenza di guadagni o perdite. Occorre quindi istruire i risparmiatori, onde il loro crescente stuolo cerchi di legare decisioni d’investimento e di disinvestimento alla logica più che ai sentimenti, erroneamente scambiati per “fiuto”. Il mercato dei valori è condizionato (se non guidato) dal comportamento del pubblico. Sono soprattutto illogici i comportamenti che nascono dall’immaginare che il futuro evolverà come nel recente passato. Essi influenzano domanda ed offerta e quindi provocano variazioni abnormi nei prezzi e nei corsi che accrescono la volatilità del mercato e quindi si ripercuotono sui tassi d’interesse che sono in parte legati ai rischi.

Alla nascita dell’euro, su queste colonne ho formulato un suggerimento che mi pare tuttora valido per le persone fisiche, ossia la ricerca di una distribuzione degli impieghi finanziari che sia “indifferente” al variare del cambio dollaro/euro. Si tratta, in pratica, 1°) di accantonare attività finanziarie nella moneta del paese di domicilio familiare per la quantità necessaria ad ottenere un rendimento reale (ossia al netto di una prevista inflazione dei prezzi al consumo) che il risparmiatore vuole aggiungere ad eventuali redditi da lavoro, pensioni e fitti anche virtuali(casa di abitazione) per mantenere immutato il proprio tenore di vita. 2°) di ripartire le residue attività con il 50% denominato in dollari USA e domiciliato (azioni, obbligazioni e liquidità) in zona dollaro ed il 50% residuo denominato in euro e domiciliato in zona euro. A ogni fine mese si compra e si vende il necessario per ritornare all’equilibrio del metà-metà, lasciando perdere (se si tratta di un modesto risparmiatore) di fare scommesse o speculazioni in altre valute o aree geografiche pur interessanti (asia, paesi emergenti ecc.).
Ovviamente si tratta di consigli in un ottica di conservazione del proprio patrimonio, rendendolo indifferente alla scelta del cambio. Questa ricerca di indifferenza potrebbe eventualmente estendersi con un fifty/fifty tra azioni e reddito fisso e, quest’ultimo, ripartito anch’esso tra obbligazioni a medio-lungo e liquidità. Se poi, davvero, ci si vuol divertire a speculare in borsa o sui cambi, si può stabilire un importo per il gioco da non superare, così come si suole fare per andare al Casinò. Ma, attenzione a non tentare recuperi se si perde tutto!

Fonte: Il Punto dell'11 novembre 2005

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