• venerdì , 29 Marzo 2024

Umts italiani? Wait and see!

Anche l’Italia destinerà alla riduzione del debito pubblico il ricavo della gara per l’assegnazione delle licenze UMTS. Coloro che speravano fare affari elettorali e finanziari col destinare il 10% dei ricavi a progetti demagogici di riduzione della disoccupazione nel Mezzogiorno sono rimasti scornati dall’ingiunzione giuntaci dalla UE. Chi tuttora sostiene il pericolo che i concorrenti si rifacciano degli esborsi con più alte tariffe a danno dei consumatori sono stati confutati da Penati sul Corsera del 28 luglio: le tariffe deriveranno dalla concorrenza e non dai costi! Chi chiedeva basi d’asta più modesti per evitare che le compagnie si svenino è stato contraddetto dalla sostenutezza dei corsi delle azioni delle società che hanno partecipato alle gare inglese e tedesca, nonostante offerte stratosferiche. E dunque il caso di comperare azioni delle società partecipanti agli otto gruppi che stanno per affrontarsi nella gara italiana? Wai and see! Sotto il profilo macroeconomico tutto è positivo. La riduzione del debito pubblico significherà sia minori necessità future di mezzi finanziari da parte dello Stato per la coperture del servizio del debito (ammortamento ed interessi passivi), sia tassi meno elevati per i futuri indebitamenti, stante la maggior fiducia che uno Stato meno indebitato riscuote. In contropartita si avrà una riduzione delle liquidità bancarie ed un espansione dei crediti a breve per il finanziamento delle migliaia di miliardi che le società telefoniche sborseranno per le licenze UMTS. Gradualmente questo debito a breve bancario sarà ripagato dalle compagnie telefoniche assegnatarie attraverso aumenti di capitale.. A ben riflettere, l’effetto è simile a quello di una imposta una tantum pagata, però, non su profitti del passato, ma in prospettiva di profitti che dovranno ovviamente essere superiori ai costi finanziari aggiuntivi che deriveranno dall’indebitamento e dalla riduzione delle liquidità. Le compagnie telefoniche che stanno organizzandosi per partecipare alle licitazioni hanno certamente redatto un conteggio per la spesa connessa agli investimenti fissi necessari per offrire i servizi dell’UMTS e per quella dell’offerta di base e dei vari rilanci alla gara. Ma la previsione più difficile è quella delle entrate sia per la quota relativa alle tariffe che dipenderanno dalla concorrenza, sia per le prospettive di diffusione ed uso della terza generazione di costosissimi cellulari. E’ proprio qui che molti rischiano di farsi illusioni sul tempo che gli utenti distoglieranno dalla TV e da internet per passarlo all’UMTS, specie in Italia dove i ragazzini fanno l’amore con il telefonino, ma sono assai meno disposti a farlo scattare per giochi su internet o per vedere la TV. Di qui il consiglio: wait and see! Se dopo la gara i corsi degli assegnatari resteranno solidi, sarà il momento di farsi sotto.

Fonte: tratto da: "Milano Finanza" del 2 settembre 2000

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